Fosso degli Angeli Falanghina 'Cese' DOP Sannio 2021
Fosso degli Angeli Falanghina 'Cese' DOP Sannio 2021

Fosso degli Angeli Falanghina 'Cese' DOP Sannio 2021

14,48 €
IVA compresa
Disponibile
Quantità:

INFO TECNICHE

Vino certificato BIOLOGICO.
Vinificazione: Pressatura soffice delle uve con fermentazione spontanea a temperatura controllata
Maturazione: Affinamento per 12 mesi in acciaio e successivi 12 mesi in bottiglia
Varietà: Falanghina
Suolo: Argilloso calcareo
Sistema di allevamento: Guyot
Densità media: 3500 ceppi per ettaro
Resa media: 75 qli per ettaro
Raccolta: Raccolta manuale delle uve
Età media delle vigne: 10 anni
Trattamenti delle vigne: Zolfo e rame in quantità minime
Titolo alcolometrico: 15

FOSSO DEGLI ANGELI FALANGHINA 'CESE' SANNIO DOP

RICONOSCIMENTI

Slow Wine 2022 Bottiglia e Vino Slow per CESE 2019 Falanghina del Sannio DOP

International Organic Wine Award 2019, medaglia d’oro per CESE Falanghina 2016

PRATICHE AGRONOMICHE

Per Fosso degli Angeli la pratica in vigna è fatta di inerbimento spontaneo e sovescio invernale, concimazione naturale con letame bovino e equino ad anni alternati. Per la gestione dell’erba sotto fila viene effettuata una lavorazione meccanica del terreno. Utilizzo di prodotti rameici e zolfo, autorizzati in agricoltura biologica, per la difesa contro peronospora e oidio, mentre per la tignola della vite viene eseguito il disorientamento sessuale evitando l’utilizzo di insetticidi che, anche se naturali, andrebbero a danneggiare altri insetti utili.

NOTE SENSORIALI

Giallo paglierino intenso con profumi di frutta gialla tropicale e fiori appassiti. In bocca è caldo e morbido con una buona sapidità e un'ottima persistenza
Temperatura di servizio: 14°
Predilige pesci elaborati con erbe aromatiche, cotture al forno e affumicature, carni bianche

FOSSO DEGLI ANGELI SI RACCONTA

DAL 1978 RIPIANTIAMO AUTOCTONO

Nel 1945 nostro nonno Vincenzo, eredita dei terreni dai suoi genitori e seguendo le loro orme, continua a coltivarli con amore e passione. All’epoca i vigneti erano tutti a tendone, il vero impianto tradizionale del Sannio, e nella stragrande maggioranza, erano coltivati in promisquità con le olive e non erano quasi mai monovitigno.

Nella stessa vigna convivevano più varietà come l’ Agostinella il Tr’bb’dacu e il Piscialetto, il Fiano, la Falanghina e il Greco. All’epoca il vino si produceva per autoconsumo o, al massimo, per venderlo localmente e quindi non si badava tanto ai dettagli, ma più alla sostanza.

Purtroppo, nel secondo dopoguerra inizia, per il territorio Sannita e anche per le vigne di nonno, un processo di riammodernamento. L’economia era ai minimi storici e tutti i viticoltori di quel tempo iniziarono ad impiantare varietà più produttive e con una maggiore richiesta di mercato come il Trebbiano Toscano, la Malvasia Bianca di Candia o il Sangiovese, mettendo da parte tutte, o quasi, le varietà autoctone.

Poi, intorno agli anni ’70, i lavori in vigna vengono affidati a nostro padre Domenico (in foto a sinistra), che inizia il cambio di rotta. Crea ufficialmente l’azienda agricola ed inizia ad impiantare nuovi vigneti. Nel 1978 il primo impianto di Fiano, 3600 metri quadri, a filari, con una densità di 2600 ceppi per ettaro. Quasi un’eresia! Tutti glielo sconsigliavano perché rendeva poco ed era molto vigoroso. Dritto per la sua strada, nostro padre ha continuato a rinnovare le vigne, reimpiantando vitigni autoctoni. La lungimiranza e la costanza gli hanno dato ragione. Oggi, al terzo passaggio generazionale, ci lascia gestire e continuare il suo lavoro. Nel 2012 il nostro primo impianto di Piedirosso e nel 2014 di Sciascinoso. I progetti di recupero delle antiche varietà sono tanti. Il futuro è nelle radici.

COSA SIGNIFICA VITICOLTURA BIOLOGICA PER FOSSO DEGLI ANGELI

Tutti parlano di Biologico come se fosse un nuovo modo di coltivare il vigneto, in realtà non è così, l’agricoltura dei nostri nonni, almeno fino all’avvento dell’industria agrochimica, era biologica e direi anche biodinamica. Da sempre l’agricoltura ha seguito le fasi lunari e da sempre rame, zolfo, calce viva e macerati di erbe sono state le armi contro patogeni e parassiti.

Pensate che l‘efficacia del rame contro i funghi ebbe rilievo con gli studi del botanico Benedict Prevost nel 1807, il quale osservò che le spore del carbone dei cereali non potevano germinare se poste in acqua bollita in recipienti di rame.

Ma il merito dell’utilizzo del rame in viticoltura va ad un vignaiolo francese della zona di Bordeaux. Infatti il botanico Millardet nel 1885 osservò che le viti sulle quali, questo vignaiolo, aveva imbrattato con una soluzione di calce preparata in recipienti di rame, per dissuadere i passanti a mangiare l’uva, restavano immuni dalla peronospora e le viti erano anzi agevolate nella vegetazione.

L’osservazione di Millardet, avvenuta in un momento in cui la peronospora della vite comprometteva pesantemente i vigneti francesi, portò alla nascita della poltiglia bordolese, un composto complesso derivante dalla reazione del solfato di rame con idrato di calcio che deve il nome alla provincia di Bordeaux, dove fu compiuta la scoperta. Il rame è un metallo pesante che agisce per contatto e che tende ad accumularsi nel terreno , il suo quantitativo annuo, utilizzabile in agricoltura biologica, è di 4 kg per ettaro.

Per questo motivo è necessario gestire bene i trattamenti e farli solo quando è necessario. In azienda, oltre alla nostra esperienza utilizziamo una centralina metereologica installata dal Centro Agrometeorologico della Regione Campania insieme con il Dipartimento di Agraria di Portici della Università degli Studi di Napoli Federico II, che ci permette di monitorare costantemente le condizioni climatiche e intervenire solo se necessario. Inoltre utilizziamo prodotti naturali come gli oli essenziali di arancio dolce, propoli e macerati di erbe.

Lavorare in BIO significa entrare in sintonia con l’ambiente circostante, non si tratta solo di coltivare ma anche di rispettare e proteggere. Bisogna proteggere gli insetti utili. E come si fa? Noi abbiamo ridotto al necessario le lavorazioni del terreno, infatti, una lavorazione continua del terreno distrugge l’habitat naturale delle molteplici specie di insetti, come il nostro amico lombrico. Preserviamo l’area boschiva ,che circonda i nostri vigneti e che costituisce, in inverno, un rifugio per molte specie come la coccinella , simbolo per eccellenza di una sana agricoltura e la cui presenza è un sicuro indicatore di salubrità.

CANTINA FOSSO DEGLI ANGELI
FDA012

Referenza specifica