Fosso degli Angeli Piedirosso 'Pezza' Sannio DOC 2020
Fosso degli Angeli Piedirosso 'Pezza' Sannio DOC 2020

Fosso degli Angeli Piedirosso 'Pezza' Sannio DOC 2020

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INFO TECNICHE

Denominazione: Sannio DOC Piedirosso - Produttore: Fosso degli Angeli - Nome in etichetta: Pezza

Certificazione: Biologico cod. ente IT009

Formato: 0,75Lt

Alcol: 13,5% vol

Zona: Casalduni

Uve: Piedirosso 100%

Anno d’impianto Vigneto: 2012

Terreno: argilloso calcareo

Altitudine: 400 mt. s.l.m.

Esposizione: sud sud-ovest

Allevamento: guyot 3500 ceppi/ha

Produzione: 50 ql./ha

Epoca di raccolta: fine ottobre

Raccolta: manuale in cassette

Vinificazione: Fermentazione con lieviti indigeni in acciaio, macerazione per circa 20 giorni, svinatura e pressatura delle vinacce.

Affinamento in acciaio circa 6 mesi, affinamento in bottiglia per circa 6 mesi

FOSSO DEGLI ANGELI PIEDIROSSO PEZZA SANNIO DOC

PRATICHE AGRONOMICHE

Per Fosso degli Angeli la pratica in vigna è fatta di inerbimento spontaneo e sovescio invernale, concimazione naturale con letame bovino e equino ad anni alternati. Per la gestione dell’erba sotto fila viene effettuata una lavorazione meccanica del terreno.

Utilizzo di prodotti rameici e zolfo, autorizzati in agricoltura biologica, per la difesa contro peronospora e oidio, mentre per la tignola della vite viene eseguito il disorientamento sessuale evitando l’utilizzo di insetticidi che, anche se naturali, andrebbero a danneggiare altri insetti utili.

Il Piedirosso è un vitigno a bacca nera, esclusivamente campano, non essendo coltivato al di fuori della regione. Il suo nome deriva da una peculiarità morfologica del vitigno, il colore rosso dei pedicelli degli acini che ricorda la tinta della zampa dei colombi.

Il vitigno ha origine antichissime, secondo lo studioso Carlucci sembrerebbe che il Piedirosso, coincida con la Palombina nera citata da Herrera – Sederini (XVI secolo), che la ritengono a loro volta, identica alla Colombina della «Naturalis Historia» di Plinio (I secolo).

NOTE SENSORIALI

Di colore rosso rubino, al naso si presenta con profumi intensi e floreali (violetta e rosa), con percezione di note fruttate e speziate.

In bocca risulta secco, leggermente tannico e discretamente intenso.

Temperatura di servizio: 16-18°C

Si abbina a primi piatti conditi con sughi, carni rosse alla griglia, salumi stagionati e formaggi dal sapore intenso

FOSSO DEGLI ANGELI SI RACCONTA

DAL 1978 RIPIANTIAMO AUTOCTONO

Nel 1945 nostro nonno Vincenzo, eredita dei terreni dai suoi genitori e seguendo le loro orme, continua a coltivarli con amore e passione. All’epoca i vigneti erano tutti a tendone, il vero impianto tradizionale del Sannio, e nella stragrande maggioranza, erano coltivati in promisquità con le olive e non erano quasi mai monovitigno.

Nella stessa vigna convivevano più varietà come l’ Agostinella il Tr’bb’dacu e il Piscialetto, il Fiano, la Falanghina e il Greco. All’epoca il vino si produceva per autoconsumo o, al massimo, per venderlo localmente e quindi non si badava tanto ai dettagli, ma più alla sostanza.

Purtroppo, nel secondo dopoguerra inizia, per il territorio Sannita e anche per le vigne di nonno, un processo di riammodernamento.

L’economia era ai minimi storici e tutti i viticoltori di quel tempo iniziarono ad impiantare varietà più produttive e con una maggiore richiesta di mercato come il Trebbiano Toscano, la Malvasia Bianca di Candia o il Sangiovese, mettendo da parte tutte, o quasi, le varietà autoctone.

Poi, intorno agli anni ’70, i lavori in vigna vengono affidati a nostro padre Domenico (in foto a sinistra), che inizia il cambio di rotta. Crea ufficialmente l’azienda agricola ed inizia ad impiantare nuovi vigneti.

Nel 1978 il primo impianto di Fiano, 3600 metri quadri, a filari, con una densità di 2600 ceppi per ettaro. Quasi un’eresia! Tutti glielo sconsigliavano perché rendeva poco ed era molto vigoroso.

Dritto per la sua strada, nostro padre ha continuato a rinnovare le vigne, reimpiantando vitigni autoctoni. La lungimiranza e la costanza gli hanno dato ragione. Oggi, al terzo passaggio generazionale, ci lascia gestire e continuare il suo lavoro.

Nel 2012 il nostro primo impianto di Piedirosso e nel 2014 di Sciascinoso. I progetti di recupero delle antiche varietà sono tanti. Il futuro è nelle radici.

COSA SIGNIFICA VITICOLTURA BIOLOGICA PER FOSSO DEGLI ANGELI

Tutti parlano di Biologico come se fosse un nuovo modo di coltivare il vigneto, in realtà non è così, l’agricoltura dei nostri nonni, almeno fino all’avvento dell’industria agrochimica, era biologica e direi anche biodinamica.

Da sempre l’agricoltura ha seguito le fasi lunari e da sempre rame, zolfo, calce viva e macerati di erbe sono state le armi contro patogeni e parassiti.

Pensate che l‘efficacia del rame contro i funghi ebbe rilievo con gli studi del botanico Benedict Prevost nel 1807, il quale osservò che le spore del carbone dei cereali non potevano germinare se poste in acqua bollita in recipienti di rame.

Ma il merito dell’utilizzo del rame in viticoltura va ad un vignaiolo francese della zona di Bordeaux. Infatti il botanico Millardet nel 1885 osservò che le viti sulle quali, questo vignaiolo, aveva imbrattato con una soluzione di calce preparata in recipienti di rame, per dissuadere i passanti a mangiare l’uva, restavano immuni dalla peronospora e le viti erano anzi agevolate nella vegetazione.

Il rame è un metallo pesante che agisce per contatto e che tende ad accumularsi nel terreno , il suo quantitativo annuo, utilizzabile in agricoltura biologica, è di 4 kg per ettaro. Per questo motivo è necessario gestire bene i trattamenti e farli solo quando è necessario.

CANTINA FOSSO DEGLI ANGELI
FDA001

Referenza specifica