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Denominazione: IGP Puglia Produttore: Cantine Losito Nome vino: Nero di Troia
Certificati: Vino biologico
Premi: 91 James Suckling, 89 Veronelli, 16.5 Jancis Robinson, 3 grappoli Bibenda
Tipo di uve: Nero di Troia
Durata di fermentazione: 15 giorni in legno francese
Affinamento: Acciaio per un anno, bottiglia
Alcool 13,5 % vol
Territorio: Terre del Gargano
Agricoltura: biologica
Concimazione: vinacce e favino
Allevamento: controspalliera
Potatura: cordone speronato
Densità di impianto: 4000 piante per Ha
Produzione/ettaro: 120 q
Terreno: argilloso
Epoca di vendemmia: metà ottobre
Uva tradizionale del nord Puglia, il Nero di Troia biologico presenta i classici sentori varietali del vitigno, quali fiore di viola, more e spezie fresche. Le origini del vitigno non sono certe, mentre certo è il legame con la città di Troia. Tra la leggenda che vuole Diomede sbarcato sulle rive del Gargano portando dei tralci di vite, che ha trovato qui il suo habitat naturale, a Federico II di Svevia che amava degustare il “corposo vino di Troia”, fino ad arrivare ai marchesi D’Avalos che, acquistata la città nel 1533 e notata l’assoluta qualità ed attitudine dei terreni circostanti, incrementarono notevolmente le coltivazioni di quest’uva. È stato per lungo tempo un vitigno relegato ad un ruolo secondario, quello di rafforzare con i suoi notevoli corpo e colore i vini più deboli. Solo in tempi recenti inizia ricevere i giusti riconoscimenti, perché si è dimostrato che vinificandolo in purezza si ottengono vini di assoluto pregio.
Colore rosso rubino, con avvolgenti sentori di more, ribes, viole e spezie.
In bocca è pieno, balsamico e asciutto. Inebriante.
Piatti a base di carne di maiale, speziati, arrosti con erbe, formaggi erborinati.
La nostra storia comincia a cavallo tra gli anni 1950 e 1960 grazie all’intuizione del viticoltore Giovanni Losito. Durante una visita nelle Terre del Gargano, nel nord Puglia, egli notò la compresenza di mari, monti, grandi estensioni di terreni fertili e di ottimo clima per la viticoltura di qualità, così decise di piantare lì nuovi vigneti, trasferendosi con tutta la famiglia da Rutigliano (provincia di Bari) a Foggia.
Qualche anno più tardi Giovanni beneficia anche dell’aiuto di suo figlio Leonardo che condivide la passione del padre per la viticoltura tanto da perseguire anche gli studi enologici.
A Leonardo non bastava più produrre solo uva, così decise di fondare la prima cantina di famiglia nel 1994 e quattro anni dopo, nel 1998, fece una coraggiosa scelta di sensibilità: convertire i vigneti all’agricoltura biologica per ottenere uve e vini più salubri, decenni prima che l’opinione pubblica fosse sensibilizzata su questo argomento.
Nel 2012 anche i figli di Leonardo, Giovanni e Aurelia, decidono di seguire le orme dei padri, inaugurando tutti insieme una nuova cantina immersa nei propri vigneti. Giovanni, anche lui enologo, segue sia la produzione viticola ed enologica insieme al padre, sia gli aspetti commerciali, mentre Aurelia si dedica soprattutto a portare il frutto del lavoro della famiglia Losito in tutto il mondo. Oggi l’azienda possiede 60 ettari a cavallo tra le Terre del Gargano e il Tavoliere delle Puglie, vinificando integralmente le proprie uve biologiche.
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