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Denominazione: Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore - Produttore: Col di Corte - Nome in etichetta: Vigneto di Tobia
Formato: 0,75L
Alcol: 14,5% vol.
Filosofia Produttiva: vino biologico fermentazione con lieviti spontanei
Regione: Marche - Centro Italia
Zona di produzione: contrada San Pietro nel comune di Montecarotto (AN) Italia
Esposizione e altimetria: Nord-Est tra 200 e 250 m. s.l.m.
Suolo: Argilloso/calcareo
Sistema di allevamento: Guyot semplice
Densità media: 3800 ceppi per ettaro
Resa media: 50-60qli per ettaro
Raccolta: Raccolta manuale delle uve con selezione in vigna
Età media delle vigne: 45 anni
Trattamenti delle vigne: Zolfo, rame e preparati biodinamici
Vinificazione: Pressatura soffice e fermentazione in acciaio con lieviti indigeni
Fermenta e affina in acciaio rimanendo sulle proprie fecce fini per almeno 9 mesi.
E’ il fratello maggiore del Verdicchio Anno Uno ed è ottenuto dalle uve del vigneto più vecchio, 45 anni. All’interno di questo vigneto, una parcella che ha nel suolo una quantità di argilla superiore alla quantità di terreno calcareo che mediamente si riscontra nei suoli degli altri vigneti. La parcella denominata Vigneto di Tobia, dal nome di un ampelologo che intorno al 1850 lavorò in questa zona, è esposta a nord est ed è a circa 200 metri sul livello del mare. E’ vendemmiato in una fase di raccolta solitamente successiva all’Anno Uno per ricercare una maggiore estrazione e per avere un vino con un corpo maggiore pur mantenendo freschezza e bevibilità.
Giallo paglierino carico, ricorda note di citronella e pietra bagnata. Al palato freschissimo, minerale e con un'elevata struttura. Pochi compromessi e tanto terroir
Temperatura di servizio: 10-12°
Abbinamenti consigliati: Accompagna con facilità formaggi di media stagionatura, pollame e cacciagione da piuma
Biologico per Col Di Corte non è un disciplinare, non è un marchio, non è solo una parola ma tutto ciò che questo termine dovrebbe sintetizzare : fare agricoltura partendo da un’idea di difesa della terra e del territorio, rispetto della natura nella coscienza che agricoltura non è solo natura ma una mediazione etica tra l’intervento dell’uomo e la terra. La natura spontaneamente darebbe risultati totalmente diversi, dove oggi c’é un vigneto o un campo coltivato ci sarebbe un bosco o un semplice groviglio di rovi. La parola che più di tutte sintetizza questo approccio è : agroecologia. Biologico per noi è anche rispetto delle relazioni sociali nell’ambito del sistema territoriale in cui lavoriamo e più in generale rispetto del contesto economico in cui il nostro lavoro si cala, vissuto come mezzo e non come unico fine. Diversamente da ciò Biologico è solo un disciplinare, solo un marchio, solo una parola.