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Denominazione: Spumante Metodo Classico - Produttore Domenico Tapper Merlo - Nome in etichetta: Cuvée des Paladins
Formato: 0,75L
Alcol: 12,5%
Filosofia Produttiva: Spumante Biologico - Naturale
Regione: Piemonte - Nord Italia
Varietà: Erbaluce di Caluso
Suolo: Fortemente acidi di origine morenica Composizione: Sabbia 80%, Limo 15%, Argilla 5% Materia Organica: Quasi assente. Terreni poverissimi
Raccolta: Manuale
Altitudine: 300/350 m slm
Vinificazione: La Cuvée des Paladins nasce da una prima fermentazione del mosto svolta parte in acciaio e parte in barrique esauste. Il vino base dopo qualche mese di riposo è pronto per la spumantizzazione. Nella primavera successiva alla vendemmia viene preparata la pied-de-cuve che avvierà la presa di spuma attivando la rifermentazione in bottiglia, il tutto in un ambiente a temperatura controllata.
Maturazione: La fase di elevage-sur-lies dura almeno 60 mesi sino al compimento di una ideale maturità. Dopo un lento passaggio sulle pupitres questo spumante biologico è pronto per la sboccatura che avviene solitamente in primavera.
La Cuvée des Paladins si ispira ai 12 fedelissimi cavalieri di Carlo Magno, grande Re dei Franchi e successivamente primo Imperatore dei Romani.
Non tutti sanno che ala fine del 700, con la riforma agraria, egli promosse un rapido rinnovamento della viticoltura decaduta con la crisi dell’impero romano. Questo grande processo innovatore potrebbe aver fatto giungere l’Erbaluce dalla Valle del Rodano o viceversa averla fatta migrare dal Canavese fin là al seguito delle truppe longobarde.
Una leggenda affascinante che meritava essere ricordata con questa Cuvée des Paladins. La storia locale canavesana testimonia invece che la produzione di spumante fosse fin dai tempi antichi una tradizionale pratica locale per produrre piccole quantità di spumante da impiegare per celebrare i momenti di festa delle famiglie. Al vino aggiungevano dello zucchero o molto più frequentemente mosto della vendemmia o del passito e ciò era sufficiente per avviare la rifermentazione in bottiglia di uno spumante ancestrale. A volte questo “vino mosso” era anche aromatizzato con qualche foglia di pesco.
DECANTER 2020 92 POINTS
La Cuvée des Paladins si caratterizza per un bel colore giallo paglierino e delicati riflessi dorati. Di particolare vivacità e brillantezza denota già alla vista la presenza di un importante freschezza.
Il perlage è finissimo, elegante e persistente.
Al naso si esprime con profumi maturi e complessi, con intense note di erbe aromatiche e di gesso, accompagnate da leggerissimi sentori di crosta di pane e di frutta secca.
Al palato, si presenta con eleganza e freschezza, è pieno ed avvolgente con una gradevole nota agrumata. Lungo e morbido con un finale giocato su note più dolci di miele, vaniglia e nocciola e con una spiccata e complessa mineralità.
La Cuvée des Paladins è particolarmente versatile e si abbina bene sia con antipasti elaborati, con salumi e formaggi, risotti alle verdure, primi di mare, zuppe e in modo particolare coi fritti di mare e di terra, verdure ed erbe in tempura e a piatti di pesce particolarmente gustosi quali le zuppe di mare, i caciucchi, pesce al forno e in padella.
Un vino a tutto pasto in grado di accompagnare le ricette delle cucine più elaborate sia innovative che della tradizione
"Ho voluto ripartire dalle mie radici. La mia infatti è stata una famiglia contadina che, per tradizione locale, era dedita da generazioni alla viticoltura.
Dopo un’importante esperienza imprenditoriale nel mondo del software, nel 2001 ho deciso di dedicarmi ad una nuova avventura sempre nella mia terra, ripiantando i vigneti di famiglia, acquistandone altri e destinandoli alla sperimentazione dell’Erbaluce.
Desideravo che questo vitigno fosse il mio compagno di viaggio, valorizzandolo, facendolo conoscere, diffondendone la sua incredibile storia.
Volevo essere in qualche modo riconoscente al mio territorio che tanto mi aveva dato, cercando di narrarlo, di comunicarlo attraverso il vino.
Ho deciso perciò parallelamente al reimpianto dei vigneti di arricchire la mia cultura vinicola frequentando i corsi dell’Associazione Italiana Sommelier fino ad essere relatore.
Volevo avere per alleato quel terreno così povero, ma così particolare, come solo può essere una miscela di sabbie strappate ai fianchi delle Alpi della Valle d’Aosta. Un giacimento di frammenti di minerali, qual è l’Anfiteatro Morenico di Ivrea, l’orma lasciata sull’estremo lembo nord della Pianura Padana dall’immenso ghiacciaio Balteo.
Volevo far sì che il vino trasferisse quella estrema particolarità del luogo. Sentivo la necessità di far riemergere quel sapere, quella creatività che da sempre ci caratterizzano nel mondo, valorizzando la nostra identità culturale, offrire qualcosa che lasciasse un ricordo, un’emozione. volevo quindi narrare la storia della mia terra attraverso l’Erbaluce.
foglio dati
Referenza specifica